Workshop Casaleggio

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Legare il Workshop Ambrosetti a Chi riesce a personaggi pubblici di rara consapevolezza mediatica. Ammettiamolo, che se ne registrino gli aspetti meramente esteriori o che si incassino i vari colpi di teatro – fossimo in un varietà – due rimarranno nella nostra memoria tra la moltitudine di presenzialisti dell’evento settembrino che annualmente a Cernobbio raduna la crème de la crème del mondo finanziario, industriale. E politico.

Per assurdo BB, in camicetta bianca virginale, ha catalizzato fotografi, cronisti e spettatori passivi per le sue vicende familiari innescando una sequenza virtuosa di interviste, dichiarazioni, virgolettati vari spalmati sulle maggiori testate nazionali e affidate a giornalisti noti che con puntualità hanno coperte le esternazioni di lei e, prima ancora, della madre ed ex moglie Veronica Lario, protagonista indiscussa e indiscutibile di quella denuncia attraverso una missiva a Repubblica a cui affidava il suo giudizio, più morale che etico, definendo quanto allora emerso come ‘ciarpame senza pudore’.

La difesa del padre è una cosa naturale, direte voi. Certo, ma concorre a rafforzare l’immagine di un uomo vinto da un potere forte e non terzo, dopo la conferma della condanna in via definitiva e il pasticciaccio brutto fatto dal giudice Esposito con quell’intervista al giornale partenopeo Il Mattino.

Il secondo personaggio pubblico, per sua volontà e non suo malgrado, è il guru dei pentastellati. Il maestro di cerimonie pronto ad appianare il debito del blog di Beppe Grillo e a studiare soluzioni futuribili e futuristiche per salvare il Paese dall’abominio della kasta: Gianroberto Casaleggio.

In dissonanza quando occorre, ma presente nel programma della tre giorni più rilevante per quel gotha organico al sistema Casaleggio, come noto, si è sottratto alla diretta streaming. Le critiche son venute da sé. Censura, manipolazione, taglio trasversale. Divieti ad personam. Una variegata gamma di osservazioni che lascio qui per non abbattere l’attenzione. Quando i riflettori erano pronti a spegnersi eccolo lì, tra i vip di Chi. Sorridente quanto basta per le patinate foto ricordo del settimanale Mondadori che Alfonso Signorini ha trasformato nel più influente organo di incidenza sulla politica facendo leva sulla minigonna del gossip.

Poi massima segretezza. L’evento è l’attesa. D’altronde, agli addetti ai lavori, quanto poi riferito dal fondatore della Casaleggio&associati non impressiona né contribuisce a svelare nuovi modelli né declinazioni a parte. Una registrazione quasi scontata del declino dei media tradizionali, l’aumento degli utenti da mobile, lo svuotamento della democrazia rappresentativa, le previsioni note della fruizione dei contenuti. E l’endorsement (manco a dirlo) del Movimento 5 Stelle. Poca roba, se non per quanti si avvicinano al medium e alla sue potenzialità da profani.

Anche il passaggio relativo alle azioni è abbastanza ovvio, posto che quanto accaduto da lì a poco (l’occupazione da parte di parlamentari pentastellati e dispiegamento della bandiera per la difesa della Costituzione) ne è una rappresentazione (sottolineo rappresentazione) classica. Pochi cittadini in piazza, una sproporzionata copertura mediatica per l’eccezionalità della provocazione, amplificata dai video postati dai protagonisti di questa ‘iniziativa’ (quanto è costata ai contribuenti?), prima di salire sul tetto. Il reiterato disprezzo nei riguardi dell’operato critico dei media tradizionali e non.

L’oscillazione consueta, dall’insediamento istituzionale del partito M5S, tra necessità e opportunità.

Workshop Casaleggioultima modifica: 2013-09-15T13:19:19+02:00da elisdono

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